Quando fu eletto Papa il cardinale Giuseppe Roncalli, patriarca di Venezia, alcuni, per la sua età avanzata, sentenziarono che il suo sarebbe stato un pontificato di transizione.
Tre mesi dopo l'elezione, Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959 ai cardinali, riuniti nella sala capitolare del monastero benedettino di S. Paolo, annunziò la sua decisione di celebrare un concilio ecumenico. La risoluzione era scaturita dalla costatazione della crisi, causata nella società moderna dal decadimento dei valori spirituali e morali.
Prima Pio XI e poi Pio XII avevano pensato ad un concilio ecumenico ed avevano pure avviato gli studi preparatori, ma entrambi i tentativi, per varie ragioni, si erano arrestati. Alcuni anni dopo, Giovanni XXIII, con lo sguardo rivolto ai bisogni della Chiesa e del mondo, si accinse, con "umile risolutezza di proposito", alla grande impresa, che egli riteneva volere divino. L'annunzio del concilio, del tutto imprevisto, ebbe una vasta eco. Si accesero ovunque, all'interno e al di fuori della Chiesa, attese e speranze.
Non mancarono supposizioni ed interpretazioni erronee, che il Papa provvide subito a correggere, precisando le finalità del futuro concilio. Fiducioso in Dio, senza esitazione, avviò la preparazione. Il 17 maggio 1959, festa della Pentecoste, istituì la commissione antipreparatoria, con il compito di procedere sollecitamente ad una vasta consultazione, per poter determinare gli argomenti da studiare.
D.Teresio: la soluzione più semplice per la consultazione sarebbe stata quella del questionario. Invece ai vescovi fu chiesto di esprimersi liberamente.
Esplorata la copiosa materia raccolta, il 5 giugno 1960, festa della Pentecoste, il Papa, con il Motu proprio Superno Dei nutu, tracciò le linee del complesso apparato preparatorio. In due anni di intenso lavoro, gli organismi tecnici allestirono, nella basilica vaticana, la grandiosa aula conciliare(3), e le commissioni preparatorie elaborarono gli schemi da sottoporre all'esame del concilio.
L'11 ottobre 1962, festa della Maternità della Beata Vergine Maria, ebbe solenne inizio il XXI concilio ecumenico della Chiesa. Durante la notte era piovuto a dirotto, ma alla mattina il cielo si rasserenò e il lungo corteo dei 2.400 Padri da piazza San Pietro fece ingresso nella basilica.
Mentre fervevano i lavori di preparazione del secondo periodo, il 3 giugno 1963, tra il compianto universale, si spense Giovanni XXIII. Il 21 giugno gli successe l'arcivescovo di Milano, il cardinale Giovanni Battista Montini, che prese il nome di Paolo VI. Alcuni temettero, altri auspicavano il rinvio della ripresa del concilio. Ad evitare ogni incertezza, il 27 giugno il nuovo Papa confermò la ripresa a settembre, fissando l'inizio del secondo periodo al 29 di tale mese.
La via fu lunga e non priva di travaglio, ma condusse, sotto l'azione dello Spirito Santo, alla luce della verità. L'8 dicembre 1965, in una mattinata fredda ma con un sole splendente, Paolo VI, sul sagrato della basilica di San Pietro, dopo di aver consegnato sette messaggi (per i governanti, gli uomini di pensiero e di scienza, gli artisti, le donne, i lavoratori, i poveri i malati i sofferenti, i giovani), chiuse il Vaticano II(8). Cominciava la difficile e delicata fase di attuazione.
La pastoralità del Vaticano II consiste nello studiare ed approfondire la dottrina, esprimendola in modo che possa essere meglio conosciuta, accettata ed amata. Senza pronunciarsi con sentenze dogmatiche e straordinarie, il Vaticano II avrebbe espresso, con la voce della carità pastorale, il suo insegnamento su molte questioni che al presente impegnano la coscienza e l'attività dell'uomo; non si sarebbe rivolto soltanto all'intelligenza speculativa, ma avrebbe parlato all'uomo di oggi qual è.
I concili sono le pietre miliari del cammino della Chiesa. Essi incidono sulla sua vita, con l'approfondimento della dottrina, le riforme liturgiche e disciplinari, la scelta dei mezzi più idonei all'evangelizzazione. Un concilio apre sempre un'epoca nuova, nella quale la Chiesa compie un passo verso il futuro e progredisce nella propria missione. Notevole è anche l'influsso dei concili sulla società civile.
Il Vaticano II ha stabilito un punto di riferimento nella vita della Chiesa odierna, aprendo ad essa, sotto il soffio dello Spirito Santo, un nuovo cammino. Si è pronunziato su importanti argomenti ed ha consegnato alla Chiesa ricchi documenti di dottrina e di azione: quattro costituzioni (una liturgica, due dogmatiche, una pastorale), nove decreti e tre dichiarazioni.
L'insegnamento ecclesiologico trova sviluppo ed applicazione nei decreti su l'attività missionaria, l'ufficio pastorale dei Vescovi, il ministero e la vita sacerdotale, l'apostolato dei laici, l'ecumenismo, il rinnovamento della vita religiosa; e nelle dichiarazioni su l'educazione cristiana, le relazioni con le religioni non cristiane, la libertà religiosa.
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