Adotta una famiglia di cristiani iracheni profughi: proposta CEI
Appello di mons. Nosiglia nella solennità della Chiesa Locale domenica 16 novembre 2014
Accogliendo la preoccupazione più volte espressa da Papa Francesco in riferimento alla grave situazione delle famiglie e delle comunità cristiane in Iraq e Siria, su richiesta della Conferenza Episcopale Italiana, Caritas Italiana lancia una proposta di concreta solidarietà alle famiglie e alle comunità ecclesiali. Opportunità che il nostro Arcivescovo Cesare Nosiglia ha rilanciato alla Chiesa che è in Torino nel giorno della celebrazione della solennità della Chiesa Locale, domenica 16 novembre 2014.
È sempre maggiore il numero di cristiani che patiscono discriminazione e persecuzione, costretti anche ad abbandonare le proprie abitazioni per intraprendere la strada della vita profuga in altre nazioni limitrofe. Da alcuni mesi l'Iraq è il Paese con la crisi più acuta, esplosa mentre era ancora irrisolta la fragilità politica nata dopo un decennio di tentativi a seguito dell’intervento occidentale e alla fine del regime di Saddam Houssein. Caritas Iraq è stata addirittura costretta a chiudere la sua presenza a Qaraqosh, Bartiolla e Alqosh attaccate dall’ISIS. La sede è stata trasferita ad Erbil, capitale del Kurdistan iracheno. Qui l’emergenza non è più tanto riferita ai rifugiati siriani, quanto agli sfollati iracheni, circa 1.800.000 a ottobre scorso, in gran parte cristiani e Yazidi. La maggior parte degli sfollati è costretta a dormire all’addiaccio, nelle chiese, nelle scuole o in case in costruzione. Le zone limitrofe a Duhok e Zahko non sono state raggiunte da alcuna organizzazione umanitaria internazionale. Qui Caritas Iraq sostiene 7.400 famiglie con viveri, medicinali e rifugi provvisori. Ma in ottobre sono arrivati circa 12.000 nuovi sfollati.
A ottobre 2014 il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Nunzio Galantino, accompagnato dal direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu, a nome dei vescovi italiani, ha visitato la zona per portare un segno di vicinanza e solidarietà. In tale occasione i vescovi iracheni hanno insistentemente chiesto alle Chiese italiane di avviare una collaborazione ed un sostegno a lunga scadenza.
Nasce così la proposta lanciata a tutte le diocesi italiane che, ora, il nostro Arcivescovo estende principalmente alle famiglie cristiane, ma anche ai gruppi ecclesiali, alle Associazioni e alle comunità parrocchiali della nostra Chiesa Locale. Serve un impegno più continuativo che esprima un rapporto di fraternità con questi fratelli così gravemente colpiti dalla violenza. Tre le possibilità:
1. PROGETTO FAMIGLIA
Si propone l’adesione ad un gemellaggio a distanza con una famiglia di profughi, finalizzato ad assicurare un minimo dignitoso per la vita ordinaria di una famiglia mediamente di cinque persone. Chi aderisce si impegna a versare un contributo economico per un mese (140 euro totali), per un trimestre (420 euro totali), per sei mesi (840 euro totali) o per un anno intero (1.680 euro totali). I fondi – che possono venire versati in una unica soluzione o in più soluzioni - verranno gestiti da Caritas Iraq per una singola famiglia
2. PROGETTO CASA
Si propone di contribuire – totalmente o in parte – all’acquisto di container ad uso abitativo per 150 famiglie. Il costo di ogni modulo è di 3.140 euro, versabile in una unica soluzione.
3. PROGETTO SCUOLA
Si propone di contribuire – totalmente o in parte – all’acquisto complessivo di sei autobus per il trasporto dei bambini in otto scuole a Erbil e Dahuk. Ogni mezzo costa 40.720 euro.
Il tempo di Avvento e di Natale, ormai vicini, potrebbero essere l’occasione per trasformare questa opportunità in concretezza, offrendo anche un segno concreto di fraternità tra fratelli di fede. Come suggeriva il Santo Padre: «Vorremmo dare il maggiore aiuto possibile alle comunità cristiane per sostenere la loro permanenza nella regione. Non possiamo rassegnarci a pensare al Medio Oriente senza i cristiani».
Chi volesse dare la propria adesione può utilizzare il canale della Caritas diocesana di Torino che gestirà i contributi – esclusivamente di carattere economico - trasferendoli a Caritas Italiana. Non si prevede un rapporto personalizzato come capita nelle cosiddette adozioni a distanza.
A tal fine si può utilizzare
• il conto corrente postale numero 12132106 intestato a Caritas Diocesana Torino
• il conto corrente bancario, tramite il codice IBAN IT81R0329601601000064319198, intestato ad Arcidiocesi di Torino – Caritas specificando nella causale: “Gemellaggi Iraq – Progetto ……“.
Per ulteriori informazioni: Caritas diocesana Torino – 011.5156350 e il sito di Caritas Italiana www.caritasitaliana.it
È sempre maggiore il numero di cristiani che patiscono discriminazione e persecuzione, costretti anche ad abbandonare le proprie abitazioni per intraprendere la strada della vita profuga in altre nazioni limitrofe. Da alcuni mesi l'Iraq è il Paese con la crisi più acuta, esplosa mentre era ancora irrisolta la fragilità politica nata dopo un decennio di tentativi a seguito dell’intervento occidentale e alla fine del regime di Saddam Houssein. Caritas Iraq è stata addirittura costretta a chiudere la sua presenza a Qaraqosh, Bartiolla e Alqosh attaccate dall’ISIS. La sede è stata trasferita ad Erbil, capitale del Kurdistan iracheno. Qui l’emergenza non è più tanto riferita ai rifugiati siriani, quanto agli sfollati iracheni, circa 1.800.000 a ottobre scorso, in gran parte cristiani e Yazidi. La maggior parte degli sfollati è costretta a dormire all’addiaccio, nelle chiese, nelle scuole o in case in costruzione. Le zone limitrofe a Duhok e Zahko non sono state raggiunte da alcuna organizzazione umanitaria internazionale. Qui Caritas Iraq sostiene 7.400 famiglie con viveri, medicinali e rifugi provvisori. Ma in ottobre sono arrivati circa 12.000 nuovi sfollati.
A ottobre 2014 il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Nunzio Galantino, accompagnato dal direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu, a nome dei vescovi italiani, ha visitato la zona per portare un segno di vicinanza e solidarietà. In tale occasione i vescovi iracheni hanno insistentemente chiesto alle Chiese italiane di avviare una collaborazione ed un sostegno a lunga scadenza.
Nasce così la proposta lanciata a tutte le diocesi italiane che, ora, il nostro Arcivescovo estende principalmente alle famiglie cristiane, ma anche ai gruppi ecclesiali, alle Associazioni e alle comunità parrocchiali della nostra Chiesa Locale. Serve un impegno più continuativo che esprima un rapporto di fraternità con questi fratelli così gravemente colpiti dalla violenza. Tre le possibilità:
1. PROGETTO FAMIGLIA
Si propone l’adesione ad un gemellaggio a distanza con una famiglia di profughi, finalizzato ad assicurare un minimo dignitoso per la vita ordinaria di una famiglia mediamente di cinque persone. Chi aderisce si impegna a versare un contributo economico per un mese (140 euro totali), per un trimestre (420 euro totali), per sei mesi (840 euro totali) o per un anno intero (1.680 euro totali). I fondi – che possono venire versati in una unica soluzione o in più soluzioni - verranno gestiti da Caritas Iraq per una singola famiglia
2. PROGETTO CASA
Si propone di contribuire – totalmente o in parte – all’acquisto di container ad uso abitativo per 150 famiglie. Il costo di ogni modulo è di 3.140 euro, versabile in una unica soluzione.
3. PROGETTO SCUOLA
Si propone di contribuire – totalmente o in parte – all’acquisto complessivo di sei autobus per il trasporto dei bambini in otto scuole a Erbil e Dahuk. Ogni mezzo costa 40.720 euro.
Il tempo di Avvento e di Natale, ormai vicini, potrebbero essere l’occasione per trasformare questa opportunità in concretezza, offrendo anche un segno concreto di fraternità tra fratelli di fede. Come suggeriva il Santo Padre: «Vorremmo dare il maggiore aiuto possibile alle comunità cristiane per sostenere la loro permanenza nella regione. Non possiamo rassegnarci a pensare al Medio Oriente senza i cristiani».
Chi volesse dare la propria adesione può utilizzare il canale della Caritas diocesana di Torino che gestirà i contributi – esclusivamente di carattere economico - trasferendoli a Caritas Italiana. Non si prevede un rapporto personalizzato come capita nelle cosiddette adozioni a distanza.
A tal fine si può utilizzare
• il conto corrente postale numero 12132106 intestato a Caritas Diocesana Torino
• il conto corrente bancario, tramite il codice IBAN IT81R0329601601000064319198, intestato ad Arcidiocesi di Torino – Caritas specificando nella causale: “Gemellaggi Iraq – Progetto ……“.
Per ulteriori informazioni: Caritas diocesana Torino – 011.5156350 e il sito di Caritas Italiana www.caritasitaliana.it