«Dalle sue piaghe siete stati guariti»
In occasione della Giornata mondiale del malato, che quest'anno si è celebrata Venerdì 11 febbraio, l'Arcivescovo ha scritto una Lettera pastorale indirizzata a malati, medici, operatori sanitari, politici e alla società più in generale.
«Il tema di quest’anno, “Dalle sue piaghe siete stati guariti”», spiega mons. Nosiglia, «ci invita a contemplare il mistero di Cristo crocifisso che offre se stesso al Padre per la salvezza degli uomini». L’auspicio è che la ricorrenza risvegli «in ciascuno e in tutti quel senso umano e cristiano di condivisione e di solidarietà, che ci fa guardare ai fratelli e sorelle infermi come ad un tesoro prezioso da accogliere, gestire con gioia e coraggio, amare con intensità umana e spirituale. Impariamo da loro il senso vero della vita per ricuperare i veri valori che devono guidarci ogni giorno e su cui possiamo fondare la costruzione di un mondo di solidarietà e di pace».
Le parole dell’arcivescovo sono importanti; fanno riflettere sul vero senso di questa società ed inducono a pensare al malato come una risorsa importante, un tesoro da accogliere appunto.
Generalmente la società in cui viviamo non è una società a misura dei malati; la persona malata nell’immaginario comune è una persona sfortunata, una persona che genera fastidio, una persona che è ormai fuori da quel modello di vita frenetico cui purtroppo siamo abituati.
Sicuramente non siamo abituati a considerare il malato come una risorsa; eppure in ogni famiglia è presente un’esperienza di malattia, nella vita di ciascuno di noi abbiamo imparato a convivere con le malattie dei nostri cari, di nostri amici o di noi stessi.
Talvolta il concetto di malattia nell’animo umano viene rifiutato, viene accantonato, quasi rimosso; è un po’ se vogliamo quello che succede nei confronti della morte: siamo tutti consapevoli del nostro destino ma tendiamo a non affrontarne il problema per scaramanzia, per paura o per semplice debolezza.
Nei confronti dei malati molto spesso il sentimento comune è quello della pietà ma normalmente le persone inferme non hanno bisogno di questo, hanno bisogno di sentirsi vivi e considerati persone a tutti gli effetti, ascoltati e non sopportati, compresi e non giudicati.
Eppure basterebbe fermarsi un attimo ed ascoltare quello che i malati hanno da trasmettere; imparare ad apprezzare le cose semplici, anche le piccole cose, i piccoli gesti quotidiani che per i malati diventano una conquista: le cose che per la maggior parte della gente appaiono scontate per un malato possono essere passi importanti nella difficile ricerca della serenità.
Fortunatamente queste idee e questi concetti si stanno diffondendo nel mondo del volontariato; il numero di persone che dedica il proprio tempo ai malati sta crescendo specialmente tra la popolazione più anziana.
Nel nostro territorio sono numerose le associazioni che si occupano dei malati: l’UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali); l’AVULSS (Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Socio-Sanitari) presente soprattutto alla RSA di Via Vercelli; la Croce Rossa Italiana; le associazioni donatori come l’AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi), l’AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue), l’ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) e tante altre offrono supporti di vario tipo.
Non possiamo poi dimenticare gli Operatori della Pastorale della Salute che operano nell’Ospedale di Settimo e offrono ai degenti un servizio di ascolto e di assistenza religiosa insieme al Cappellano, e i volontari alle Cinque Torri che svolgono un ministero di visita e di animazione religiosa.
Ritornando ai concetti espressi dal Mons. Nosiglia è importante comunque considerare il tempo dedicato al volontariato ed in particolare il tempo dedicato alle cure, all’assistenza, o anche solo al supporto psicologico o all’ascolto delle esigenze di un malato come un’opportunità di arricchimento del proprio bagaglio di esperienze personali; un’opportunità di riconsiderazione seria del proprio rapporto con la vita e con gli altri, un’opportunità di riflessione sugli aspetti veramente importanti del vivere quotidiano.
HANNO DETTO…
L'egoismo è sempre stata la peste della società e quando è stato maggiore, tanto peggiore è stata la condizione della società. Giacomo Leopardi
La democrazia funziona quando a decidere sono in due e uno è malato. Winston Churchill
Così come si provocano o si esagerano i dolori dando loro importanza, nello stesso modo questi scompaiono quando se ne distoglie l'attenzione. Sigmund Freud
La salute sta tanto al di sopra di tutti i beni esteriori, che in verità un mendico sano è più felice di un re malato. Arthur Schopenhauer
Quello che non mi uccide, mi fortifica. Friedrich Nietzsche
Mentre tu hai una cosa, questa può esserti tolta. Ma quando tu la dai, ecco, l’hai data. Nessun ladro te la può rubare. E allora è tua per sempre. James Joyce
Il valore di un uomo dovrebbe essere misurato in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere. Albert Einstein
Se uno mi ama perché sono intelligente, se uno mi ama perché sono sano, se uno mi ama perché sono buono, ama proprio me? No, perché potrei perdere l’intelligenza, la salute, diventare anche cattivo ma essere ancora io, malgrado tutto”. Blaise Pascal