Dio creò il mondo in sei giorni effettivi. E’ scritto nella Bibbia, in Esodo 20:11 (NR) “Poiché in sei giorni il Signore fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il Signore ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato.”
Rileggendo queste parole penso a quanto è strano e assurdo il mondo odierno.
Si lavora e si costruisce sempre meno, aumentano la cassa integrazione e la disoccupazione ma paradossalmente chi è ricompreso in un certo vortice produttivo viene sfruttato sempre di più.
Penso ad Anna e Roberto (nomi di fantasia) rispettivamente cassiera in un grande ipermercato ed operatore in un call center e provo a farmi raccontare le loro “strane” Domeniche lavorative.
Anna (40 anni e due figli) mi parla del rammarico di dover sacrificare al lavoro l’unica giornata in cui sarebbe possibile aiutare i figli a svolgere i compiti scolastici, ripassare con loro le ultime lezioni imparate a scuola, passeggiare senza fretta, cucinare con tutta calma; “è brutto salutare tutti ed andarsene” dice Anna.
Roberto, (23 anni), giovane di belle speranze, non è abituato a lamentarsi.
La Domenica potrebbe uscire con gli amici, con la ragazza, invece di andare a cercare di vendere servizi alla gente telefonicamente ma, come mi dice con una punta di amarezza, “Oggigiorno mi ritengo fortunato ad avere un lavoro anche se sono pagato una miseria”.
E’ vero, qualcuno deve pur lavorare di Domenica.
Penso a chi lavora in un ospedale, agli autisti dei bus, ai ferrovieri, a chi effettua servizi turistici, di ristorazione,etc ma queste persone almeno lavorano con la consapevolezza di offrire un servizio utile ed indispensabile alla collettività.
A che cosa hanno pensato invece quei signori che cercano di stravolgere le regole che da secoli dominano i normali ritmi settimanali delle famiglie per sostituirle con una squallida sequenza di giorni tutti uguali, messi in fila senza distinzione tra Domenica e Lunedì, Sabato e Martedì, etc ?
Esclusivamente ad arricchire il proprio profitto.
Ed ecco così che la giornata da dedicare alle riflessioni, al riposo, alla famiglia, agli amici, agli anziani, ai nonni, ai figli, ai nipoti, ai malati o semplicemente a sé stessi sta scomparendo in nome di una logica consumistica nonostante, tutti i segnali purtroppo ce lo stanno indicando, questo modello stia miseramente fallendo.
Gli errori di questi ultimi anni dovrebbero invece far riflettere e far capire che, a volte, il tornare alle sane tradizioni di qualche decennio fa, recuperare il senso del tempo, provare a fermarsi e parlare con chi ci sta davanti ed intorno, ridare un senso alla festività, sono cose necessarie per la vita dell’uomo.
Non sempre occorre rincorrere a tutti i costi cose nuove; occorre invece ricercare la modernità partendo però dai sani principi e dai sani valori che non andranno mai in crisi se sapremo conservarli e difenderli gelosamente.
Articolo di Osvaldo Toldo su "NOTIZIE IN COMUNE" e "LA NUOVA VOCE" del Settembre 2010